Comunicato stampa del 7 giugno 2018

Ci rallegriamo che le sculture del Museo en plein air di Belvedere siano tornate sul Lungolago: ancorché spostate poco più in là rispetto alla loro collocazione originaria. Ma il loro ripristino lo dobbiamo soprattutto alla sensibilità dei firmatari del nostro Appello nonché dei molti sostenitori ticinesi, della stampa e della radio-televisione, i quali hanno compreso che un altro pezzo di memoria e di storia del Novecento luganese stava per scomparire. Occorre infatti rammentare che alla fine degli anni ’70 il Municipio, guidato dal benemerito sindaco Ferruccio Pelli, s’era impegnato con entusiasmo insieme al Consiglio comunale a creare il pionieristico Museo Belvedere di Sculture all’aperto: dando così luogo a una rarissima appassionata sintonia fra esecutivo e legislativo in servizio di un arricchimento artistico-culturale della Città, e dedicandovi altresì un’intera seduta. Si decretò inoltre che, ogni anno, sarebbero stati stanziati 100.000 fr. per l’acquisto di una nuova opera e per la manutenzione di quest’Istituzione civica. Si stabilì, non di meno, una commissione che valutasse quale fosse il luogo migliore e più adatto per la sua realizzazione, la quale sancì essere l’affaccio sul Belvedere (per luce, sicurezza, prestigio, “visibilità” …). Si aggiunga il gesto esemplare dell’Associazione dei Commercianti che donò una scultura destinata ad arricchire appunto la raccolta: la Colonna di Cornelia Forster. Essa venne successivamente dislocata, e ora purtroppo giace sbiadita e consunta in un angolo del giardino della Casa Anziani di Loreto. Non solo, dalla fine degli anni ’80, invece di venire arricchita, la raccolta di sculture è stata inspiegabilmente alquanto depauperata e dispersa nel tempo. E qui ci rivolgiamo al nuovo capo Dicastero della Cultura Roberto Badaracco affinché s’impegni a preservare quest’Istituzione storica, invitandolo a ricompletarla con le sculture mancanti delle due valenti artiste Cornelia Forster (Colonna) e Catherine Gili (Roundelay), con quella di Zadkine (Germination) e con l’importante presenza di quella di Genucchi (Risveglio), o, meglio, con una sua copia bronzea, come si era concordato in sede di riunione.
Ora lasceremo giudicare al pubblico il modo in cui hanno lavorato l’Ufficio tecnico, il Museo di Lugano e l’ufficio dell’architetto Paolo Fumagalli.
Teniamo comunque a precisare che il deplorevole e prevaricante smantellamento avvenuto nel luglio 2015 non è che il risultato di un atteggiamento superficiale e improvvisato. Il Municipio ha infatti operato in fretta e furia, senza neppure chiedere il parere della Commissione Cantonale dei Beni Culturali. La nuova sistemazione delle opere è per di più costata una cifra che va oltre i 280.000 fr., ottenendo un risultato molto inferiore a quello precedente.
Da parte nostra, esprimiamo il nostro disappunto per un tale “fare e disfare” e ingiustificato sperpero di denaro pubblico, che avrebbe invece dovuto essere messo al servizio dello sviluppo di questa raccolta civica, mediante l’acquisto di opere di altri scultori, svizzeri e non.

Selim Abdullah e Paolo Bellini

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